lunedì 12 aprile 2010

VISITE DELLO SPIRITO IL "CAMMINO DI SANTIAGO "A GENOVA












LA RICERCA DELLA VIA DELLA SALVEZZA E DELLA FEDE DI FRONTE ALLO SPETTACOLO DEL PAESAGGIO E ALLA LUCE CELL'ARTE
“PRIMA PARTE"
Tre tappe del Cammino di Santiago di Compostela in mezzo alla città di Genova,fermandosi per pregare e riflettere negli antichi oratori e chiesette lungo il il percorso-
SABATO 27 MARZO 2010 Da S.Erasmo di Quinto al Mare a S.Rocco di Vernazza per la Castagna e S.Bartolomeo di Quarto.
DOMENICA 28 MARZO 2010 Dall'Anime e Cintura di S.Vincenzo a S.Giovanni di Preè per S,Giacomo delle Fucine e della Marina
LUNEDI' 29 MARZO 2010 Dall'Assunta di Prà a S. limbania per S.Ambrogio ,S.Erasmo e morte e Orazione di Voltri

CONFRATERNITA MORTIS ET ORATIONIS DI S.ERASMO IN QUNTO AL MARE
Nata dalla fusione della Compagnia di S.Erasmo e la Compagnia dei Settantadue e poi la successiva aggregazione alla Arcicon-
fraternita Mortis et orationis.(1716)

Sant'Erasmo - Martire del IV secolo
Erasmo è nome di origine greca ed ha il significato, assai bello, di " desiderato " o meglio " amato ".
Sant'Erasmo fu Vescovo di Formia, in Campania, e sul suo conto esistono favolose leggende nel quadro della persecuzione di Diocleziano, agli inizi del IV secolo. Si dice infatti che fosse Vescovo in Asia Minore, nella Siria, e che per sfuggire ai persecutori venisse rapito da un angelo e trasportato a volo nell'Illiria, cioè nell'odierna Dalmazia. Qui convertì moltissimi pagani, prima di essere scoperto e catturato. E di nuovo un angelo lo salvò in volo, trasportandolo sulle coste della Campania. Divenne allora Vescovo di Formia, ma per breve tempo. Morì di lì a poco per le ferite riportate nei due supplizi e perciò ebbe il titolo di Martire.
L'unico dato sicuro di questa fantasiosa vicenda è la presenza, a Formia, delle reliquie di Sant'Erasmo. Quando, nel IX secolo, la città fu distrutta dai Saraceni, le reliquie vennero trasferite nella non lontana Gaeta, e di questa città Sant'Erasmo è ancora venerato come Patrono.
La fantasia devota arricchì la sua figura di particolari suggestivi. Tra le " crudelissime torture " che il martirologio gli attribuisce, s'immaginò per esempio, che al Martire venisse squarciato il ventre e fossero strappati gli intestini. Tale raccapricciante supplizio valse a Sant'Erasmo fama di protettore nei mali del ventre e dei visceri, non escluse le doglie del parto.
Per rendere più truce ed evidente la scena del supplizio, gli artisti vi raffigurarono un argano, attorno al quale il carnefice avvolgeva, come una fune, i visceri strappati al Santo.

All'interno dell'oratorio numerose cappelle e lesene laterali, dipinto di S.Michele Arcangelo ,S.Rocco,polittico di S.Erasmo,S.Pietro e S.Paolo(pregevole copia della preziosa tela dipinta da Pierin de La Vaga), S.Firmina ,S.Isidoro,,Madonna della Pace,Crocifisso quattrocentesco con effige di Cristo posta su un' anticaCroce di legno tondeggiante di limone,dipinto settecentesco di Cristo Trionfante con S.Erasmo e Santi,altare settecentesco con statua lignea di S.Erasmo opera di Anton Maria Maragliano. tribuna con organo del 1873 di Lorenzo Paoli,19 registri,23 canne disposte a cuspide con ali.La Volta dipinta dal pittore Veneziano Ferdinando Pavoni propone l'emblema della confraternita ,S.Rocco,la Vergine con il Bambino,l'Arcangelo michele in lotta contro satana,S.Erasmo che regge la sua tipica candela.Facciata a capanna semplice

Lasciato l'oratorio ci inoltriamo lungo un stretta "crosa" che ci porta alla chiesa parrocchiale di S.Pietro e poco dopo ci inseriamo nella antica via Romana di Quinto (d Quintus Milium dal centro di Genova, o Quintus lapis ab urbe juanua, quinta pietra dalla città di Genova)Si tratta in maggior parte di quello che resta dell'antico asse di accesso alla città da Levante detto erroneamente romano per l'errata traduzione del termine roman "romanzo".continuando lungo una strada che si alterna a salitine e discese si attraversano diversi ruscelli si entra nella Via Romana della Castagna,deve il nome ai Castagna ,antichi proprietari di vaste aree della zona,giungiamo alla Chiesa di Santa Maria della Castagna si trova in Genova Quarto, quartiere del levante, che prende il nome dall’essere posto, lungo la Via Aurelia, al quarto miglio (quarto ab urbe milliario, aut lapide) da Genova.”accanto alla chiesa vi è la Confraternita di S.Rocco (Viene fondata tra il 1400 ed il 1450 in località Capo S.Rocco. Il 10 Giugno 1703 viene deciso il trasferimento della Confraternita negli attuali locali vicini alla Chiesa Parrocchiale, dove dal mese di settembre al mese di giugno, ogni sabato viene celebrata una S. Messa prefestiva in memoria dei Confratelli defunti.).
S.Rocco
Nasce a Montpellier, in Provenza (sud della Francia) in un anno imprecisato tra il 1348 e il 1350. Al momento della nascita Rocco reca sul petto, lato cuore, una voglia a forma di croce che ne permetterà il riconoscimento del corpo dopo la morte. La famiglia, i Delacroix, è tra le più abbienti della città. A Montepellier, presso la locale ed antica Università Rocco avrebbe studiato medicina interrompendo gli studi alla morte dei genitori, Giovanni e Libera. Dopo il funesto evento, il giovane, distribuisce i propri averi ai poveri e parte in pellegrinaggio verso Roma. Al momento di iniziare il pellegrinaggio ha già assunto l’abito del Terzo Ordine Francescano. Rocco, secondo la tradizione, avrebbe conosciuto il terribile flagello della peste già nella città natale. Giunge in Italia nel momento di massima virulenza di un’epidemia di peste nera ed interrompe il viaggio verso Roma ad Acquapendente (Viterbo) ove nel lazzaretto di S. Gregorio assiste appestati ed ammalati.
Qui si manifestano le virtù taumaturgiche del Santo: il segno della croce praticato da Rocco sulla fronte dei malati procura la guarigione e si diffonde così la fama dei miracoli del giovane pellegrino francese. Giunge a Roma tra il 1367 ed il 1368. Vi si ferma per tre anni assistendo gli ammalati. Con il segno della croce indelebile sulla fronte, guarisce un cardinale che lo conduce alla presenza di Papa Urbano V. Dopo aver lasciato Roma, Rocco è a Rimini, Forlì, Caorso e Cesena ove si prodiga a favore degli appestati. A Piacenza contrae la peste e si ritira in una grotta, ancora esistente e trasformata in santuario, lungo il fiume Trebbia nei pressi di Sarmato. Un cane provvede al sostentamento del Santo con una pagnotta che preleva alla tavola del padrone, il Signore di Sarmato, Gottardo Pollastrelli. Questi segue la piccola bestia, scopre la grotta e cura il giovane che si rifiuta di seguirlo a palazzo. Gottardo cerca vanamente di seguire Rocco che lo induce a desistere dal proposito. Gottardo ne diffonde la vita e la fama dei miracoli; si ritiene sia stato il primo agiografo del Santo nonché il primo ad averlo raffigurato in una immagine e seguendo gli insegnamenti del maestro avrebbe conseguito anch’egli la santità. Tra gli storici, però, l’esistenza o meno di questa figura accostata al Santo è parecchio controversa. Nella grotta al Santo appare un angelo che gli annuncia la guarigione e la facoltà di chiedere una grazia al Signore. Lungo la strada del ritorno a Montpellier, Rocco è incarcerato come spia a Voghera. Rifiuta di rivelarsi nonostante i Signori del luogo siano avi materni. Resta in carcere per quasi cinque anni. Riceve ancora una volta l’apparizione dell’Angelo che gli annuncia la morte ormai prossima che giunge nella notte tra il 15 ed il 16 Agosto probabilmente del 1379. Al momento della sepoltura, grazie al segno di croce che Rocco porta sul petto, lo zio materno Bartolomeo, Signore del luogo ove il Santo è stato incarcerato, riconosce il nipote nel misterioso giovane pellegrino che mai aveva voluto rivelare la propria identità. Sempre al momento della sepoltura la grazia che Rocco aveva chiesto al Signore si manifesterà con il ritrovamento della tavoletta che porta incisa la frase "Chi invocherà il mio servo sarà guarito", e che compare in numerose rappresentazioni del Santo. Il corpo di S. Rocco resterà a Voghera fino al 1483 quando sarà trasferito a Venezia ove è eretta una chiesa dedicata al Santo con un altare che ne conserva i principali resti. La chiesa è officiata dalla celebre "Arciconfraternita della Scuola Grande di S. Rocco" che ancora oggi costituisce il fulcro della diffusione del culto di S. Rocco in tutto il mondo.
Continuando il nostro pellegrinaggio giungiamo all'Oratorio di S.Bartolomeo di Quarto
la confraternita viene fondata nel 1561. Ha come Santo Patrono S. Bartolomeo e la Beata Vergine del Rosario.Ogni prima domenica del mese nell'Oratorio si celebra la S. Messa.
S.Bartolomeo
Apostolo martire nato nel I secolo a Cana, Galilea; morì verso la metà del I secolo probabilmente in Siria. La passione dell'apostolo Bartolomeo contiene molte incertezze: la storia della vita, delle opere e del martirio del santo è inframmezzata da numerosi eventi leggendari.Il vero nome dell'apostolo è Natanaele. Il nome Bartolomeo deriva probabilmente dall'aramaico «bar», figlio e «talmai», agricoltore. Bartolomeo giunse a Cristo tramite l'apostolo Filippo. Dopo la resurrezione di Cristo, Bartolomeo fu predicatore itinerante (in Armenia, India e Mesopotamia). Divenne famoso per la sua facoltà di guarire i malati e gli ossessi. Bartolomeo fu condannato alla morte Persiana: fu scorticato vivo e poi crocefisso dai pagani.
Ogni prima domenica del mese nell'Oratorio si celebra la S. Messa.
Continuando il nostro percorso attraversiamo Ponte Vecchio (romano), sopra il torrente Sturla risaliamo verso Corso Europa e raggiungiamo l'Oratorio di S.Rocco di Vernazza.
Storia:
La prima pietra della cappella o chiesuola di S. Rocco fu posta nel 1468, come si legge in un atto del 29 giugno steso dal notaro e cancelliere arcivescovile Andrea de Cairo. In tale data 29 giugno 1468 il patrizio genovese Agostino Salvago regalava il terreno a Vernazza in località Vigo, dove si trovava un pilone con una immagine del Santo, per l'erezione della cappella.

Nel secolo XVII la cappella, soggetta a San Martino d'Albaro, fu sostituita da una chiesa barocca che appartenne alla Casaccia di S. Rocco; il 2 aprile 1644 fu dotata di un piccolo campanile sul tetto. Un vero campanile fu innalzato nel 1693.
L'arciv. Gio.Battista Spinola il 2O gennaio 1696 dichiarava la chiesuola oratorio pubblico, ancora succursale di San Martino d'Albaro.
Tra varie vicende non sempre pacifiche si arrivo al 1897 quando Mons. Tommaso Reggio arciv. di Genova con decreto del 15 luglio proclamo la chiesa rettoria parrocchiale autonoma e il 3 maggio 1899 la muto in prevostura.
La chiesa nel 1916 si presentava in condizioni disastrose tali da farne temere il crollo totale. Si penso a riparazioni, si penso anche ad una costruzione nuova su disegno sobrio ed elegante dell'ing. architetto Lorenzo Basso; si fecero raccolte di denaro; finchè si arrivo nel 1923 alla ristrutturazione e all'ingrandimento della chiesa vecchia in stile arieggiante il gotico, con bel campanile a forma cuspidale. La chiesa venne inaugurata il 29 settembre 1923.
Il 27 agosto 1972 l'arcivescovo Card. G. Siri faceva la consacrazione delle nuove campane.

Nessun commento:

Posta un commento